Dalle più antiche origini della civiltà umana, l'osservazione delle dinamiche celesti ha avuto una importanza enorme per la costituzione del mito, della religione, del pensiero e quindi delle regole che costruiscono una società.
La conseguenza più immediata della valutazione del rapporto tra cosmo e vita umana è stata la rappresentazione di esso; la iconografia dei soggetti evidenziati in queste osservazioni risulta molto varia, nondimeno è ricorrente in tutte le culture e nei tempi. Naturalmente, come in tutte le attività umane, vi sono state interazioni tra le varie tematiche culturali e religiose dei popoli, per via di normali rapporti commerciali e sociali o a causa di guerre e contatti forzati, le quali hanno arricchito il repertorio simbolico-figurativo delle singole civiltà.
Ciò che si è venuto evidenziando è la reciprocità dell'influenza tra oggetto dell'osservazione, il cosmo e la natura, e le modalità di interpretazione e quindi di una raffigurazione artistica; ovvero come, ad esempio, l'osservazione dei pianeti e dei loro cicli ha potuto condizionare l'adozione del cerchio in ambito figurativo e simbolico, così il particolare background culturale dell'osservatore ha determinato il significato da attribuire a tale simbolo.
Già nelle civiltà agricole preistoriche, le osservazioni dei cicli soli-lunari, il rapporto con le stagioni ed altri fenomeni naturali, costituirono le basi per una impostazione simbolica definita in età del bronzo e del ferro. Alcuni monumenti megalitici del nord Europa (Stonehenge) ad esempio, appaiono come testimonianza di culti solari. (12)
Dalla civiltà babilonese si costituiscono, successivamente, le basi simboliche ed iconografiche relative alla osservazione degli astri come le conosciamo ancora oggi. Le stelle assumono sembianze di esseri viventi od altre figurazioni familiari ed anticipano quelle successive elaborate dalla civiltà greca.
Nata come scoperta astronomica, lo zodiaco, ovvero la fascia di volta celeste contenente le orbite planetarie, divenne il protagonista delle speculazioni astrologiche. La iconografia dei dodici segni-costellazioni in cui esso è stato suddiviso, è praticamente rimasta immutata da quando fu adottata dalla civiltà e dall'arte classica.
Più precisamente, a seguito dell'osservazione del moto mensile della luna, sullo sfondo intessuto dalle costellazioni individuate nel panorama delle stelle fisse, si prese in considerazione il sole come principale regolatore dei cicli cosmici; furono così sostituite le ventotto tappe lunari in favore delle dodici
solari, che costituiscono il ciclo annuale.
In seguito i greci fissarono le loro denominazioni, tramandate dalla civiltà mesopotamica, ripartite tra i dodici mesi dell'anno; Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci.
Lo zodiaco così formato costituisce la raffigurazione dinamica del cammino apparente del sole sulla fascia di stelle fisse che, circondano la terra, fornisce anche una sorta di cartina di riferimento per lo studio della posizione e del moto dei pianeti.
Riproduzione grafica della fascia zodiacale delle costellazioni. (13)
Aristarco di Samo (c.a 320-230 a.C.) (14) aveva già notato che, contrariamente alle apparenze date dalla percezione dei moti celesti, era la terra a ruotare attorno al sole; tale ipotesi fu confermata definitivamente solo venti secoli dopo da Copernico (1473-1513).
Ciononostante il significato della simbologia zodiacale non cambia di valore in quanto permette di studiare, e soprattutto interpretare, le posizioni relative dei luminari (sole e luna) e dei pianeti rispetto alla terra. Ovvero fonda la propria ragione conoscitiva nell'ottica della osservazione "soggettiva" dell'uomo, o, in altri termini, nella percezione che egli, come parte integrante della vita sulla terra, ha del proprio rapporto con l'universo.
Il nome attribuito inizialmente ai segni zodiacali (c.a VII sec. a.C.) contemplava la congiunzione astronomica dell'equinozio di primavera con la costellazione dell'ariete.
l'equinozio è dato dalla congiunzione (punto vernale) dell'eclittica (traccia del moto apparente del sole contenente le costellazioni zodiacali ed i moti planetari) con l'equatore celeste (proiezione dell'equatore terrestre sulla sfera celeste); nel mese di marzo si verifica tale fenomeno, che convenzionalmente apre il ciclo vitale annuale, espresso dai valori dell'ariete zodiacale.
In seguito però al fenomeno astronomico della precessione degli equinozi, causato da dinamiche gravitazionali interagenti tra sole, luna e terra, il punto vernale retrocede nella fascia zodiacale di 50" l'anno, cioè di 1° ogni 72 anni. La conseguenza è lo spostamento dell'equinozio di primavera (e del suo opposto) di una costellazione zodiacale, con estensione convenzionale di 30°, ogni 2160 anni (era zodiacale); il ciclo completo dello zodiaco prevede un periodo di 25.920 anni (anno platonico) attualmente infatti, l'equinozio cade nella costellazione dei pesci, ed è prossimo al passaggio nell'acquario.
Anche questo fenomeno fu notato dall'antichità, da Ipparco nel II secolo a.C. (15)
A questo punto emerge necessariamente la fondamentale distinzione tra i segni zodiacali e le costellazioni zodiacali.
Qui l'astrologia prosegue una propria strada simbolica sganciandosi dai dati astronomici; in quanto il segno, considerato dalla disciplina astrologica, è sempre legato al rapporto tra la terra ed il sole, ovvero alle fasi dell'anno solare identificate dalle stagioni. I segni esprimono la suddivisione delle dodici principali tappe del ciclo solare apparente: l'inizio della primavera è sempre associato al segno dell'ariete, che racchiude i valori della forza creativa del risveglio della natura, indipendentemente dalla costellazione zodiacale interessata.
Le costellazioni zodiacali infatti appartengono alla sfera delle cosiddette stelle fisse che rimangono pertinenza sostanziale della astronomia, quale si è delineat